Sono a dir poco inquietanti i dati snocciolati stamane dal presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna il quale, denunciando la dimensione dellillegalità edilizia presente nellisola, ha riassunto il sequestro di 68 manufatti in un anno, contro gli oltre 1.100 nellintero territorio del Paese. In particolare, sempre negli ultimi 12 mesi, le denunce per abusivismo sono state 5.662 in tutta Italia e 215 in Sicilia. Ma il dato che rende appunto inquietante il dossier di questa area regionale di Legambiente, è che, rispetto alle altre regioni italiane, in Sicilia non sono stati registrati arresti. Per quanto riguarda poi in particolare le infrazioni, ha aggiunto ancora Zanna, “Siamo al nono posto. Ai primi due posti ci sono la Campania e la Puglia”, guardando infatti i dati emergerebbe che, mentre in tutta Italia ne sono state riscontrate 4.426, in SIcilia invece appena 211. Complessivamente in Sicilia, sono stati 71 gli edifici abusivi (villette, manufatti e palazzine), abbattuti tra il 2016 e la prima metà del 2017. In tale contesto spetta allagrigentino, in particolare a Licata (40mila abitanti), il record con 49 edifici abbattuti (tutti puntualmente realizzati entro i 150 metri dalla battigia), in poco meno di un anno. Ma anche a Palma di Montechiaro, sempre nell’agrigentino, sono stati demoliti due villini che erano stati realizzati entro i 150 metri dalla battigia. Un centro Licata, dove sia il sindaco Angelo Cambiano (sfiduciato dal Consiglio comunale) che la commissaria straordinaria Maria Grazia Brandara, hanno subito intimidazioni e minacce di morte. Quando, al suo insediamento, la Brandara aveva annunciato lintenzione di volere proseguire l’abbattimento degli edifici abusivi, era stata subito avvisata anonimamente: Rischiati a toccare le nostre case e sei morta, ti sgozziamo via, fai una sola cosa contro di noi e ti scanniamo. Ti seguiamo e ti controlliamo a vista”. Precedentemente, allex sindaco era stata incendiata la casa in campagna. Non va certo meglio a Palermo dove, spiega Legambiente Sicilia, sono stati abbattuti ben 6 manufatti, edificati acanto al Castello di Maredolce. Quindi Catania, con 5 villini demoliti alla foce del fiume Simeto; due palazzine abbattute nei pressi di San Giorgio; una villa ai confini con il Parco dell’Etna; due edifici abbattuti anche a Biancavilla (sempre nel catanese), stessa sorte per due edifici di Adrano, ed una villetta nella zona B del Parco dell’Etna. Nella città di Acireale poi, demolito lo scheletro dell’Hotel Aloha.
M.